Pensione di reversibilità: a chi spetta e come si calcola

Pensione di reversibilità: che cos’è

La pensione di reversibilità, o pensione ai superstiti, spetta ai familiari di un lavoratore o pensionato deceduto, iscritto in una delle gestioni previdenziali Inps.

Si ha diritto alla pensione di reversibilità se il soggetto, al momento del decesso, si trovava in una delle seguenti condizioni:

  • era titolare di una pensione diretta;
  • aveva 15 anni di contributi accreditati in tutta la vita lavorativa;
  • aveva 5 anni di contributi accreditati, di cui 3 nell’ultimo quinquennio.

Pensione di reversibilità: a chi spetta

La pensione di reversibilità può spettare a:

  • coniuge e figli minori (se maggiorenni, devono essere studenti o inabili);
  • uniti civilmente, equiparati al coniuge;
  • genitori, in assenza di coniuge e figli aventi diritto;
  • fratelli o sorelle inabili al lavoro, non titolari di pensione, a carico del lavoratore o del pensionato deceduto, in assenza di genitori.

Pensione di reversibilità: come si calcola

La pensione di reversibilità si calcola in base a una percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata al lavoratore, in relazione al rapporto di parentela con la persona deceduta:

  • al coniuge spetta il 60%;
  • al figlio unico superstite, minore, studente o inabile spetta il 70%;
  • a ciascun figlio, se ne ha diritto anche il coniuge, spetta il 20%;
  • a ciascun figlio, se il coniuge non ne ha diritto, spetta il 40%;
  • a genitori o fratelli e sorelle, spetta il 15% per ciascuno.

La pensione di reversibilità viene pagata a partire dal 1° giorno del mese successivo al decesso del lavoratore o del pensionato.

Per ulteriori informazioni, per ricevere assistenza o presentare la domanda, rivolgiti alla sede Inas Cisl più vicina.